martedì 8 novembre 2016

NEL BOSCO DELLE FATE - LA VERNA 29 ottobre 2016

"C'era una volta, in un bosco incantato...". Potrebbe essere l'inizio di una delle molte favole che ci raccontavano da bambini. Oppure uno scenario reale se vi trovate a Chiusi della Verna, piccolo borgo incastonato nel Parco delle Foreste Casentinesi in provincia di Arezzo. 
Chiusi è famosa per il santuario francescano  "La Verna" situato a picco sull'omonimo monte, che decidiamo di visitare organizzando una camminata di un paio d'ore. Parcheggiamo l'auto nel piccolo centro di Chiusi, in prossimità dell'Hotel - Ristorante "Da Giovanna", dove imbocchiamo il sentiero verso il santuario ripercorrendo quello che era il selciato medievale dell'antica stradaQui il sottobosco è fitto e costellato di ciclamini selvatici che in questo periodo si fanno spazio tra le foglie cadute. 


La camminata non è per nulla faticosa e  facilmente praticabile anche con i bambini, occorre fare solo un po' di attenzione a non inciampare nella punta di qualche pietra che compone l'antico sentiero. 
In 20 minuti raggiungiamo il santuario ma prima di affrontare l'ultimo tratto di salita, in prossimità dell'indicazione per il sentiero di Rimbocchi, scavalchiamo i gradini scavati nella roccia che costeggiano una cancellata per poter ammirare,  dal basso, l'imponente parete rocciosa sulla quale poggia il santuario. Questa parete tripartita prende il nome di "Scogliera  della Stimmate" in quanto luogo, secondo la religione cattolica, in cui S. Francesco ricevette in dono i segni della passione.



Ritorniamo quindi indietro e raggiungiamo il santuario che S. Francesco fece erigere a seguito della donazione del monte La Verna nel 1213 da parte del Conte Orlando, Signore di Chiusi. In questo luogo si respira un'atmosfera mistica e di profonda spiritualità. Immancabile la sosta nella grotta scelta da S. Francesco come giaciglio per dormire.


Terminata la visita, superiamo il parcheggio per le auto e riprendiamo il cammino verso Chiusi seguendo il percorso segnalato del CAI N. 051 che ci consente di attraversare l'incantato Bosco delle Fate che in questo mese di autunno sfoggia tutta la magia dei suoi colori caldi. Occorre fare un po' di attenzione perché il sentiero, se pur agevole, non è battuto.
La maestosità dei faggi, aceri e carpini che si innalzano verso il cielo, le rocce cadute dal monte Penna che sorge alle spalle ricoperte di soffice muschio, e la luce che filtra a fatica coma una polvere lattiginosa e lontana, crea un'atmosfera da fiaba in grado di renderci meno scettici sull'esistenza delle fate.




Dopo circa 30 minuti giungiamo al punto di partenza, non prima però di aver salutato i simpaticissimi gnomi, elfi e fate scolpiti nel legno da un artista locale, disseminati nel piccolo "Parco delle Fate" di Chiusi della Verna.


                                                                  RIASSUMENDO

Durata: 2 h -2 h 30 min. compresa la visita al santuario e le numerose soste fotografiche.
Dove mangiare: Ristorante "Il Cerro" a Caprese Michelangelo (km 18 da Chiusi della Verna). Consigliatissimo il filetto di vitello ai funghi porcini ;)
Nei Dintorni: Camaldoli e il Suo Monastero (che insieme al santuario "La Verna" compongono il tratto iniziale del cammino di pellegrinaggio verso Assisi); Caprese Michelangelo dove è possibile visitare la Casa che ha dato i natali nel 1475 a Michelangelo Buonarroti.
Dove dormire: non avrete problemi a trovare alloggio a Chiusi della Verna se desiderate ritrovare la pace e il silenzio. Un po' più animati invece sono i paesi di Pieve S. Stefano e Bibbiena entrambi a circa 18 km di distanza. 
Curiosità: per gli Etruschi e i Romani la dea Laverna era la protettrice dei ladri. A questa Dea si votavano anche i briganti che in Casentino vivevano di rapine e agguati a danno dei viaggiatori, nascondendosi nei fitti ed ombrosi boschi e nei numerosi anfratti creati dalla rocce. Per molti secoli questo fu un luogo di paura e pericolo. Fu anche per questo motivo che nel 1213 il Conto Orlando, signore di Chiusi di La Verna, decise di donare il monte a Francesco d'Assisi, e la storia di questo luogo si trasformò da posto malfamato in un centro di spiritualità e fede ad oggi conosciuto in tutto il mondo.

domenica 6 novembre 2016

FOLIAGE AUTUNNALE 22 ottobre 2016


Dici autunno e immediatamente  hai una visione composta di castagne, vin brulé, zucca e colori caldi (se abiti in Val Padan questa visione idilliaca verrà presto scalfita dalla nebbia, l'umidità e l'impossibilità di vedere il colore del cielo per mesi).
Ma ritornando alla nostra visione idilliaca, l'evento più atteso dell'autunno è senz'altro il foliage, termine inglese traducibile in”fogliame”.
In autunno gli amanti della fotografia fanno del foliage il protagonista assoluto di scatti e panoramiche. Chi ama passeggiare o fare escursioni sa che in questo periodo i sentieri e gli scorci si tingono di innumerevoli sfumature e di un'atmosfera unica.
Il bosco è senz'altro il palcoscenico migliore per ammirare il foliage, in particolare se popolato di diverse specie di alberi le cui chiome si attenuano con cromature e in tempistiche diverse dando vita ad uno sfumare di colori. 
Per ammirare questo evento abbiamo scelto come meta il Monte Penna situato nel Parco delleForeste Casentinesi sul confine appenninico che separa la provincia di Arezzo, in Toscana, e la provincia di Forlì-Cesena, in Emilia-Romagna.
Dopo aver chiesto qualche delucidazione nel Centro Visite di Badia Prataglia, frazione del Comune di Poppi (AR), decidiamo di salire in macchina lungo la stretta provinciale 124 che da Badia sale all’Eremo di Camaldoli, luogo suggestivo e isolato visitabile in parte secondo specifici orari per preservare la quiete e l'isolamento dei pochissimi monaci benedettini che vi dimorano. 
Il primo tratto di strada si snoda all’interno della meravigliosa faggeta bianca  e arancio in cui ci si può inoltrare anche a piedi attraverso il “Sentiero Natura” che parte direttamente dal centro del paesino di Badia.


Superiamo il ristorante "Il Capanno" ultimo presidio dove poter effettuare scorta di acqua e cibo e dopo circa 6 km di salita decidiamo di parcheggiare l’auto al passo Prato alla Penna e fare un percorso in mezzo al bosco di un paio d'ore seguendo i sentieri segnalati dal CAI. 
Giungiamo quindi senza difficoltà al Passo Fangacci e imbocchiamo la salita - agevole ad eccezione degli ultimi 50 mt che richiedono un piccolo sforzo di gambe - per la cima del Monte Penna. Chi non avesse molta voglia di camminare può lasciare la macchina direttamente nello spiazzo adiacente il Rifugio Fangacci (Rifugio  non custodito) e salire a piedi (circa 25 minuti).
Dalla terrazza a precipizio del Monte Punta Penna  ammiriamo a perdita d’occhio il meraviglioso versante Romagnolo dell’Appennino. Da qui sormontiamo le cime della Foresta della Lama e dell'inaccessibile Riserva Integrale Protetta di Sasso Fratino e scorgiamo, ben visibile, la diga di Ridracoli nel Comune di Bagno di Romagna (FC).




Dopo esserci rifocillati con qualche panino portato da casa e aver riempito gli occhi dello spetacolo che ci offre il panorama, ritorniamo alla  macchina e in 20 minuti raggiungiamo Camaldoli, un piccolo agglomerato di case sorte intorno al Monastero fondato dal monaco benedettino San Romualdo nei primi anni dell'XI secolo. Non manchiamo di visitare l'antica farmacia dove i monaci preparavano medicamenti e preparati erboristici dove è possibile acquistare -senza pretesa di fedeltà alle ricette originali- prodotti cosmetici e per la cura del corpo.
Dopo un caffè ed una deliziosa torta con ricotta e uvetta ancora calda preparata dal Bar-Locanda “Baroni” (da provare anche la schiacciata tipica di Camaldoli) ritorniamo verso casa affogando lo sguardo fino all'ultimo albero nei meravigliosi colori autunnali delle colline casentinesi.



                                                RIASSUMENDO


Partenza: Prato alla Penna mt. 1248
Arrivo:  Monte Penna mt. 1283
Durata: A seconda del percorso prescelto.
Difficoltà: Facile (anche con bambini).
Dove mangiare: ristorante "Il Capanno" situato lungo la provinciale 124 che da Badia Prataglia sale al passo Fangacci.
Periodo migliore per il foliage nel Casentino: da metà ottobre a metà novembre.

Punti d'interesse nelle vicinanze di Badia Prataglia: Camaldoli e il suo Monastero (distanza 10  km) nonché l'Eremo; Il Castello di Poppi (distanza 20 km); il Santuario di San Francesco “La Verna” nel Comune di Chiusi dal quale si può raggiungere direttamente a piedi il Monte Punta Penna attraverso il bellissimo sentiero CAI 051 (3 km Circa andata e ritorno).